Estasi di San Carlo Borromeo
La tela che rappresenta l’Estasi di S. Carlo Borromeo è posta sopra l’altare, fatto erigere da Camillo Borromeo e datato 1643.
La famiglia committente, di origini lombarde, aveva possedimenti a San Casciano. Camillo, a seguito della canonizzazione di Carlo Borromeo, vescovo riformatore durante e dopo il Concilio di Trento, diede l’incarico di dipingere l’opera a Francesco Furini.
Il quadro presenta un attento studio della luce, che proviene da sinistra ed illumina l’opera creando un gioco chiaroscurale che mette in risalto l’estasi di San Carlo Borromeo che ha avuto una visone.
Tale illuminazione crea una teatralità e una drammaticità caravaggesca, da lui studiata durante il giovanile soggiorno a Roma.
Gli angeli sullo sfondo osservano la scena con grande partecipazione emotiva, e sottolineano il forte sentimentalismo della scena.
BIOGRAFIA DI FRANCESCO FURINI
(Firenze 1603-1646)
Inizia sotto gli insegnamenti del padre per poi passare nelle botteghe di Cristofano Allori, del Passignano e del Bilivert.
Nel 1619 è a Roma dove conosce il naturalismo delle opere di Caravaggio. Tornato a Firenze collabora con Matteo Rosselli alle decorazioni del Casino Mediceo di San Marco (1621-1623). Nel 1633 si fa prete continuando però la sua attività di pittore nella parrocchia di Sant’Ansano nel Mugello.
La sua pittura, intrisa di erotismo e dominata da soggetti biblici o mitologici, è caratterizzata da languidi nudi femminili o inquietanti bellezze maschili, con una tavolozza sfumata e azzurrina, di cui fu l’ideatore.
Due delle rare commissioni ecclesiastiche sono la Consegna del rosario a San Domenico in Santo Stefano a Empoli e questa Estasi di San Carlo Borromeo, dove il languido sfinimento estatico del Santo, sorretto da due angeli, è dominato da una vena tipicamente furiniana.